silviapantieri

silviapantieri

Ho acquisito la passione della fotografia da mio nonno che aveva diverse Polaroid e fotocamere analogiche e da i miei genitori che immortalavano tantissimi istanti della loro vita, della mia e di mia sorella. Fin da piccola guardavo affascinata quegli attimi congelati nelle immagini, assaporando l'attesa dello sviluppo. In età adolescenziale mi sono avvicinata al digitale, arrivando, ventenne, a comprarmi la prima reflex e ad aprirmi a diverse possibilità, attraverso regolazioni manuali e post produzione. Col tempo però sentivo l 'esigenza di esprimermi diversamente, di tornare alle origini, di vivere un esperienza tattile e visiva diversa, così mi sono regalata un paio d' istantanee e di analogiche.
Tutta la fotografia è affascinante, é un mezzo per descrivere se stessi, per raccontare pensieri e vissuti, ma la pellicola in particolare é poeticità, un ritorno malinconico al passato, talvolta a momenti mai trascorsi ed a memorie oniriche. Personalmente mi offre la possibilità di apprezzare tre cose che non sono assolutamente mie: lentezza, pazienza e lo spirito di adattamento. É necessario prendersi più tempo possibile per organizzare la scena, ideare e progettare lo scatto desiderato, perché é un "buona la prima", una sensazione che in un certo senso agita, mantieni il respiro, clicchi e speri che esca la foto che ti eri immaginato. Ad ogni modo non esistono sbagli perché ogni errore aiuta a migliorarsi, il tutto diventa sperimentale, casuale e può addirittura dare una chiave di lettura nuova ad una fotografia.
La pellicola é imprevedibile, mi permette di uscire dagli schemi autoimposti e dalla "comfort zone", ma soprattutto consente di migliorare molti lati di me stessa e di trasformare gli istanti nella mia idea di arte. 

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